Giulia è una studentessa di Cinese che ha deciso di passare alcuni mesi a Taiwan, un’isola situata nell’oceano pacifico, vicino alla Cina. Grazie alla sua partecipazione programma Erasmus+, che permette agli studenti di intraprendere dei viaggi studio per il mondo, Giulia ha avuto modo di conoscere quest’isola, in particolare la capitale Taipei. Questa intervista ci porta dall’altra parte del mondo, ancora una volta. Senza ulteriori indugi, ecco a voi l’intervista.
Giulia, perché hai deciso di partire?
L’Erasmus è una grande opportunità per viaggiare e scoprire il mondo. Per noi studenti di Cinese trovarsi in un paese in cui puoi imparare dai madre lingua è il massimo.

Dove si trova Taiwan?
Come lo hai detto alla tua famiglia e agli amici?
“Lo sapete che vado a Taiwan?” Questa è stata il mio annuncio a tutti: famiglia, fidanzato e amici. Tutti sono stati contenti per me, ma anche preoccupati, specialmente mia madre. Diciamo che quella più preoccupata di tutti ero io, perché sono molto ansiosa e Taiwan è un’isola molto sismica, come il Giappone. La mia paura più grande era quella di essere coinvolta in un terremoto. In realtà l’isola è molto sicura e nei quattro mesi passati lì non ne ho mai avvertiti di terremoti.
Nonostante la paura sei partita
Sì, ho trovato, o meglio, mi hanno fatto trovare un po’ di coraggio. Mi hanno sottolineato più volte come questo paese sia molto più sicuro di quello dove viviamo noi e non mi sarebbe successo nulla. E così è stato.
Tutto pronto, parti, che succede quando arrivi?
Volo infinito. Sono partita da mezzogiorno dall’Italia e sono arrivata alle undici della mattina dopo a Taiwan. Quei due giorni sono stati estenuanti. Poi, appena arrivata a Taiwan, ho cambiato i soldi e fatto una scheda per il telefono. Arrivata a casa incontro il padrone, ma la storia si complica. Dovevamo dargli i soldi per la caparra ma io e la mia coinquilina abbiamo avuto qualche problema per prelevare, così siamo rimaste, stanchissime, a parlare con lui per almeno un’ora. Appena fatto siamo andate a mangiare ravioli e poi finalmente a letto.
Il primo impatto appena arrivata?
Ho visto subito persone molto gentili ed educati. La parte più periferica dove si trovava la mia casa e l’università è “più cinese” del resto della città. Un quartiere certamente più vecchio e povero, con palazzi più bassi e curiosamente tutti con sbarre alle finestre e “piastrellati”, completamente diversi da Roma. Mi sono poi dovuta abituare all’odore. In Asia c’è un odore di spezie persistente con il quale fare i conti.
Com’è il paese dal punto di vista naturalistico?

九份 (Jiufen), un villaggio di Taiwan
È un paese tropicale. In estate c’è la stagione dei tifoni, che termina ad Ottobre. Io ho incontrato un così detto “baby typhoon” durante il quale c’era un vento fortissimo, grandinava ma curiosamente c’era anche il sole e faceva caldo. Non ho mai visto così tanta pioggia nella mia vita, può piovere per una settimana senza interruzioni. Poi, c’è un’umidità che va dal 70 al 90%, alle volte ti sembra di stare in un bagno turco, con la nebbiolina tutt’intorno. Non è raro vedere persone che vanno all’università o a lavoro in pantaloncini visto il caldo. Hanno delle piccole catene montuose a est dell’isola. C’è una montagna molto carina che si chiama 貓空 (Maokong) e viene chiamata la Montagna del tè, sulla quale si può avere un po’ di refrigerio quando in città è troppo caldo.
Cosa ti aspettavi da fuori?
Avevo visto le foto del centro di Taipei, che mi avevano descritto come 20 anni nel futuro, con grattacieli e strade enormi. Mentre sapevo che la periferia era più povera, ma pensavo peggio. Non sono rimasta sorpresa in negativo diciamo.
Che persone ti aspettavi di incontrare?
Ho avuto molto a che fare con i Cinesi anche qui in Italia per lavoro. Mi aspettavo che i Taiwanesi fossero fatti allo stesso modo, quindi non pensavo di fare molte amicizie. Ma al contrario, posso dirti che quello che mi ha colpito dei Taiwanesi è che sono molto aperti, molto cordiali e specialmente molto amichevoli. Ho trovato così diversi amici Taiwanesi. Per raccontarti un aneddoto, il primo giorno, appena arrivata sono andata a far spesa. Alla casa tiro fuori la carta, che, ovviamente, non passa. Allora la cassiera mi dice “non passa”, in Cinese. Io avevo capito ma non ho risposto subito per colpa della stanchezza. Dietro di me c’era una coppia, e la moglie dice al marito: “aiuta questa ragazza che forse non parla Cinese.” Così lui si avvicina e mi dice in Inglese che la carta non passa. In Cina una cosa del genere non la vedi, se non parli Cinese nessuno cerca di aiutarti. A Taiwan cercano tutti di aiutarti, specialmente se sei straniero, perché ti vedono come un arricchimento alla loro cultura. Sono felici che vengano da loro per studiare la lingua e la cultura.
Quindi tu hai visitato anche la Cina in precedenza?

Sun Yat-Sen, padre fondatore della Repubblica di Cina
Sì, ho visitato Pechino, anche se solo per un mese. La differenza fondamentale è nel carattere delle persone. Non che i Cinesi siano maleducati, sono semplicemente più chiusi dei Taiwanesi. Nel corso della loro storia i Taiwanesi hanno visto anche un periodo di dominazione Giapponese, quindi hanno ereditato un mix culturale Cinese e Giapponese. Hanno una cultura propria insomma. Una volta ad una mia amica Taiwanese chiesero: “perché odiate i Cinesi?” e lei ha risposto che non odiano i Cinesi ma sono semplicemente diversi. Come cenno storico, la repubblica di Cina si rifugiò su quest’isola per sfuggire al regime di Mao. Infatti, la repubblica Taiwanese si chiama Repubblica di Cina, a differenza della Repubblica Popolare Cinese, che è quella continentale. La base culturale comune esiste, ma le due si sono sviluppate indipendentemente. Lo stato di Taiwan prevede una costituzione ed elezioni a differenza della Cina.
La cultura Taiwanese è la somma di quella Cinese e Giapponese, o c’è una cultura autoctona?
Prima che arrivassero Giapponesi e Cinesi, Taiwan era un’isola con dei propri indigeni. Tutt’ora questi aborigeni vivono sull’isola e sono, ad esempio, completamente diversi a livello estetico dalla principale etnia Cinese. Ora, non sono ferrata sulla storia Taiwanese perché da noi non si studia, poiché l’Italia non riconosce Taiwan come stato autonomo, quindi si studia la Cina continentale. Però posso dirti che negli ultimi 50-70 anni la Repubblica di Cina si è trasferita a Taiwan, per quanto riguarda quello che c’era prima, non so dirti di più. Pensa che per la politica di “una sola Cina” a Taiwan non c’è un’ambasciata Italiana, perché come ti dicevo per il nostro stato Taiwan non esiste in autonomia. C’è un istituto per la cooperazione economica e culturale che fa le veci dell’ambasciata, ma un’ambasciata vera e propria non esiste.
Com’è studiare lì?
Parlando di ambiente accademico c’è una grossa differenza rispetto al nostro. Il rapporto tra studenti e docenti è differente, non so dirti quale sia meglio, ma sono diversi. Lo studente è molto meno subordinato al docente ma allo stesso tempo c’è un grandissimo rispetto reciproco. Gli insegnati sono molto più disponibili rispetto ai nostri, ti aiutano in tutto, specialmente noi studentesse straniere. Il mio professore doveva essere tutti i giorni in università, quando non insegnava era a disposizione degli studenti. Potevi parlagli dei tuoi problemi incontrandolo per caso, senza i soliti ricevimenti che esistono da noi. Poi c’è molta meno burocrazia. Non c’è un muro davanti a te come in Italia. Tutto è più semplice e veloce.
Taiwan sembra un paese molto moderno
Esatto, in città si vive benissimo. Quando venne mio padre a trovarmi si meravigliava del fatto che tutto funzionasse. Certo, esistono le parti rurali con paesini e piccole infrastrutture, ma anche quelle funzionano. Sono riuscita ad arrivare da Taipei a paesi sperduti sulle montagne con autobus che passano ogni mezz’ora. Meglio del centro di Roma…

西門町 (Ximending), quartiere di Taipei. A detta di Giulia, Shibuya (quartiere di Tokyo) è una Ximending che non ha mai smesso di sognare
È un paese ricco quindi
Nì. Non saprei risponderti. Sembra ricco, specie il centro di Taipei, con grattacieli e macchine di lusso. La cultura del rispetto gioca un ruolo fondamentale secondo me. Sono i comportamenti degli individui che giorno dopo giorno danno forma ad una città. Se un tornello della metro è rotto, comunque pagano il biglietto. All’interno della metro poi ci sono delle frecce apposite che indicano le aree dove aspettare di salire e scendere. Nessuno si spintona. Tutto è più funzionale.
Le tre cose che ti sono piaciute di più e tre cose che ti sono piaciute di meno
Mi hanno già fatto questa domanda delle amiche Taiwanesi. Le tre che mi sono piaciute meno ancora non le ho trovate. Al primo posto di quelle che mi sono piaciute di più ci sono i trasporti. E i Taiwanesi sono rimasti basiti quando l’ho detto. Così gli ho risposto: “venite e Roma e vediamo.” Le altre due sono persone e cibo.
Visto che mi lanci l’assist, parliamo delle persone. Il Taiwanese tipico com’è?

粽子 (zongzi), ravioli di carne tradizionali
Adora prendersi cura del proprio aspetto fisico e fare sport. Ci sono tantissimi negozi di abbigliamento sportivo e sono sempre pieni. Come dicevo è molto educato e rispettoso. Quando capiscono che sei straniero la prima cosa che ti dicono è “benvenuto a Taiwan.” È molto ospitale. Ci tiene molto alle tradizioni. Durante la settimana del Dragon Boat festival mangiano questi ravioli di carne, gli 粽子 (zongzi), e le persone ti invitano a mangiarli anche se non ti conoscono. Assomigliano un po’ agli Italiani del sud. Ma rispetto all’Italiano il Taiwanese tipico è molto più paziente, nessuno ti urla al semaforo. Non hanno fretta nella vita. Sull’autobus, quando il conducente mi spiegava quale percorso fare, nessuno si è mai lamentato che gli stessi facendo perdere tempo. Forse sono anche troppo tranquilli, sono molto lenti quando camminano! Però lavorano tanto e hanno dei turni pesanti, anche se le mentalità è quella di non dover mai “correre.”
Parlami del cibo adesso

蔥抓餅 (Congzhuabing), piadina tradizionale con erba cipollina
Intanto, loro fanno una colazione salata, e questo per noi è stato un trauma. Tradizionalmente a colazione mangiano la 蔥抓餅 (congzhuabing), una specie di piadina cotta su piastra che sembra fatta di pasta sfoglia e ripiena di erba cipollina. Erba cipollina che mettono ovunque. La mangiano da sola o con delle salse, o ripiena di carne e verdure. Ovviamente, mangiano tanto riso. Una ciotola di riso, bianco o saltato, accompagna ogni pasto. Poi, per loro carne e pesce sono praticamente la stessa cosa e li servono spesso insieme nello stesso piatto. Mangiano molta carne ed è difficile trovare un piatto in cui non ci sia uovo. Mangiano ravioli di cui sono diventata una grande estimatrice, e voglio imparare a farli. Spesso mangiavo dei rotolini, simili a dei grossi maki, ripieni di carneo verdure all’interno di un involucro di riso ricoperto da un’alga nera. Sembravano dei panini fatti di riso. Qui, potete leggere dell’esperienza col cibo di Giulia direttamente da lei.

Ravioli a Taiwan!
Quante volte mangiano e quando?
Su questo sono un po’ come gli italiani: mangiano tanto e spesso! In realtà, fanno colazione, pranzo e cena. Pranzano e cenano molto presto. Il pranzo viene consumato intorno a mezzogiorno, e mangiare all’una per loro è molto strano. Poi iniziano a cenare dalle sei e mezza. In molti ristoranti non puoi mangiare dopo le nove di sera. Anche se mangiano tre volte al giorno, hanno la particolarità del Bubble tea. È un tè, spesso con latte, al quale vengono aggiunte delle palline di tapioca. Si ottiene questa bevanda molto carica nella quale mettono parecchio zucchero. In giro per la città trovi tanti chioschetti che servono questo tè che viene consumato tra un pasto e l’altro. Magari poi vanno in palestra per due ore però.
Voglio tornare all’inizio della nostra intervista. Hai detto che avevi paura di partire, dopo aver fatto questa esperienza, questa paura si è trasformata?
Indubbiamente, proprio due giorni fa, Facebook mi ha ricordato di un post carico d’ansia che avevo pubblicato dopo aver ricevuto la notizia di partire. Così ho pensato: se non fossi partita a causa della paura mi sarei persa tante cose, sia a livello personale che didattico. A livello umano soprattutto avrei perso davvero tanto. In più avrei perso l’occasione di vedere un posto bellissimo. Quest’ansia o paura, si è trasformata in un’esperienza fantastica. Sono cresciuta molto, ho dovuto imparare a gestire da sola tante piccole e grandi difficoltà. Ho scoperto che posso farcela da sola e ne sono contenta, nonostante la mancanza della famiglia. Se potessi tornare indietro nel tempo direi alla me stessa di quel momento: “Vai a Taiwan!”
Il piano è di tornare
Sì, il piano è di tornare. Voglio tornarci perché adesso Taiwan mi manca. Mi mancano le persone che ho conosciuto, e mi mancano i ravioli! Voglio visitare altre parti di Taiwan, e anche della Cina e del resto dell’Asia.
Un consiglio per chi vuole visitare Taiwan
Non abbiate pregiudizi. Il paese è bello, la gente cordiale e si mangia bene. Non ci sono solo palazzoni ma c’è anche tanta natura incontaminata, tutto è pieno di verde. Il percorso tra aeroporto e città è immerso tra gli alberi. Giuro che non mi paga nessuno per dirlo -anche se mi pagassero in ravioli accetterei-, se vi capita andate a Taiwan!
Appassionati? Potete leggere l’intero diario di viaggio di Giulia direttamente da lei

La bellezza naturale di Taiwan
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