Ho visto molte persone ultimamente giungere alla dieta carnivora in momenti di disperazione. Hanno dei problemi di salute con i quali si scontrano da tempo e non riescono a trovare una soluzione con la medicina tradizionale. Questa situazione può essere estremamente frustrante e generare una serie di emozioni negative, tra le quali la sensazioni di essere impotenti di fronte alla malattia.
Questo spinge gli individui ad affacciarsi alla dieta carnivora, viste le innumerevoli testimonianze di guarigione che si trovano online. Ma la dieta carnivora può guarire veramente qualcuno?
La risposta in senso stretto è No, ma c’è di più da analizzare. Infatti, la dieta carnivora è uno strumento che permette la guarigione, lasciano spazio al proprio organismo di recuperare da solo. Vediamo in che modo:
La dieta carnivora, specialmente nella derivazione della PKD, è una dieta ricca di grassi che porta il corpo in uno stato di chetosi. La chetosi è dimostrato essere un ottimo alleato contro l’infiammazione. Diversi studi dimostrano il ruolo del beta idrossibutirrato, molecola prodotta dal corpo nello stato di chetosi, nel ridurre l’infiammazione sistemica e neurologica.
In quanto dieta di eliminazione, la carnivora permette di eliminare una serie di anti-nutrienti infiammatori che contribuiscono ad aggravare o scatenare alcune patologie, specialmente quelle autoimmuni. Una riduzione di agenti infiammanti (nel caso di individui sensibili) permette all’organismo di ritrovare lo stato di omeostasi e iniziare a “guarire” spontaneamente. In questo senso, la dieta carnivora permette di creare l’ambiente ideale nel quale il corpo può svolgere la sua naturale funzione di “riparazione” ed impedire che cibi altamente infiammatori per le persone sensibili possano scatenare una reazione che porta alla malattia.
In buona sostanza, la dieta carnivora è un mezzo per favorire l’ambiente giusto che porta alla guarigione. Resta quindi un potente alleato che può essere sperimentato quando tutto il resto ha fallito.
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