Avete mai visto un gatto alle prese con il puntino rosso di un laser tascabile? Quel gatto semplicemente non riesce a pensare ad altro: deve acchiappare quel puntino rosso. Qualsiasi cosa stesse facendo nei momenti precedenti non conta più, tutto passa in secondo piano, quello che conta è il puntino rosso. In alto, in basso, sulla parete o sul pavimento, il gatto inseguirà il puntino senza sosta finché non lo avrà preso, cosa impossibile, tra l’altro. Solo allora ritornerà alla sua attività originaria, forse.
Questa metafora coinvolge anche noi esseri umani, non solo in qualità di carnefici del povero animaletto ma anche come vittime dello stesso principio. Anche noi siamo ossessionati da quello che io chiamo il “puntino rosso”. Il puntino rosso è qualsiasi cosa ci distrae dal compito che stiamo svolgendo e che ci impedisce di portarlo a termine attirando la nostra attenzione. Vi sarà certamente capitato, mentre lavorate a qualcosa, un certo problema o una certa questione o attività, che improvvisamente saltasse fuori qualcosa di diverso, un’altra attività. Quest’ultima, pur non essendo direttamente necessaria e nemmeno di importanza maggiore della prima, attira tutta la vostra attenzione e vi spinge bruscamente ad interrompere quello che stavate facendo. Non potete resistere, dovete abbandonare tutto ed inseguirla, dovete acchiappare il puntino rosso.
Abbiamo già parlato di come essere reattivi sia un problema dell’uomo moderno che viene bombardato costantemente da nuove informazioni. Tuttavia, qui parliamo di un aspetto leggermente diverso. Le nuove attività, i puntini, non sono necessariamente distrazioni superficiali per sé. Possono anche avere un valore intrinseco rilevante, ad esempio mentre scrivo questo articolo mi viene in mente che dovrei fare una chiamata importante, tuttavia, nel contesto in cui si trovano, agiscono da distrazioni rispetto alle attività originarie. Reprimere l’impulso a cambiare attività non è facile, soprattutto quando siamo abituati a farlo da sempre. Le nostre menti sono piuttosto fragili, tant’è che rimanere concentrati su qualcosa per più di pochi minuti, come dice Tim Ferris, si può considerare un’arte. Passando ad indagare le cause, mi viene da pensare che sia una specie di meccanismo di difesa innato per far fronte alla nostra limitata working memory. Per evitare di dimenticare tutto quello che dobbiamo fare in un orizzonte temporale breve, tendiamo a fare subito quello che ci passa per la testa, “tenendo da parte” l’attività precedente. Però questo meccanismo di difesa può essere deleterio. Di fatto, è particolarmente deleterio per la nostra performance mentale, considerato che come abbiamo visto passare da un’attività all’altra è estremamente dispendioso per il nostro cervello. É deleterio anche per la nostra efficienza, visto che rischiamo di finire con una serie di compiti svolti a metà in un ciclo infinito di nuovi inizi ed interruzioni. Infine, certamente questo processo è anche piuttosto inefficace, perché interrompendoci continuamente perdiamo qualità di esecuzione semplicemente per il fatto di non ricordare come abbiamo impostato quell’ attività!
Cosa possiamo fare…
1) Mettere tutto su carta
Come abbiamo visto, la causa di questo meccanismo che ci spinge ad inseguire il puntino rosso è da ricondurre alla memoria limitata. Non riuscire a tenere a mente tutte le attività che si vogliono svolgere è il problema principale. Quello che possiamo fare in questo caso è semplicemente affidare ad una nota scritta le nostre intenzioni. Un appunto su carta o sul telefono ad esempio. L’importante è avere un check-list da seguire per non perdere i pezzi dei nostri obiettivi, soprattutto quelli piccoli che sono i più soggetti al rischio di essere dimenticati. Certo, dover appuntare attività quasi insignificanti come lavare i piatti o rifare il letto (!) sembra quasi stupido, nonché una perdita di tempo. Effettivamente, potrebbe sembrarlo quando scrivere di un’attività è persino più laborioso che compiere l’attività stessa. Tuttavia, può aiutarci a non perderci nel proverbiale bicchier d’acqua e lasciare tante piccole questioni in sospeso, incompiute, che col tempo si possono accumulare fino a causare frustrazione nel momento in cui, finalmente, dobbiamo affrontarle. Quando tutti i puntini vengono fissati su un foglio, magicamente si trasferiscono dai nostri pensieri alla carta e smettono di ossessionarci.
2) Prioritizzare ed eseguire
Il secondo stratagemma, ancora più efficace del primo, richiede forse più pazienza ma garantisce i massimi risultati in termini di efficienza.
Citando una massima di Abraham Lincoln: “Se avessi 8 ore per abbattere un albero, ne spenderei 6 ad affilare la lama della mia ascia.”
Quello che il sedicesimo presidente degli Stati Uniti voleva dire con questa frase è che la preparazione e la pianificazione sono la parte più importante di qualsiasi mansione. Il che significa che quando abbiamo già in mente una serie di attività da svolgere, la cosa migliore da fare è fermarsi a riflettere per identificarle, definirne il perimetro e ragionare su eventuali altre attività da includere, ancor prima di iniziare. A questo punto, piuttosto che buttarci a capofitto nella prima che ci viene in mente, ha senso chiarire a quali mansioni dare le priorità, metterle in ordine in base alle necessità del caso e, solo dopo aver messo tutto su carta per essere certi di non dimenticare nulla, eseguirle. Quella del “prioritizzare ed eseguire” è una delle regole generale che si può, anzi si deve, applicare a tutto nella vita per ottenere sempre i massimi risultati: quali materie studiare per prime? Quali esercizi fare? Qual è l’ordine corretto per svolgere le faccende di casa? Sono tutte domande utili per creare la nostra strategia. Se dopo aver speso tempo a pensare dovesse presentarsi un altro puntino rosso, la cosa migliore è far ricorso alla prima tattica. Infatti, queste due tecniche danno il meglio se combinate. All’inizio sarà noioso, ma vi renderete subito conto che i benefici sono immensi.
Prima di concludere
Un piccolo caveat, non illudetevi di poter fare di meglio svolgendo più di una sola attività alla volta. Come abbiamo visto, il multitasking non esiste, e nel lungo periodo se siete fortunati, nel breve se non lo siete, vi accorgerete che è impossibile fare due cose alla volta e che anzi è estremamente deleterio per le ragioni di cui abbiamo già parlato. Per quanto mi riguarda, mi sono dato una regola: mai provare a fare più di una sola cosa alla volta. Posso dire con fierezza che quando riesco ad essere disciplinato e a seguire questa regola i risultati sono tremendamente superiori e lo stress si riduce notevolmente.
Mettere in pratica questi suggerimento non è facile, soprattutto se il vostro cervello -come il mio- viaggia ad una velocità superiore rispetto alle vostre capacità fisiche ed è in grado di mettere insieme una lista di cose da fare molto più rapidamente rispetto alle vostre possibilità di eseguirle. Ci vogliono molta pratica e disciplina per correggere un comportamento così radicato come quello di essere continuamente distratti dai puntini rossi. Pensate che pochi minuti fa mentre cercavo un cucchiaino per preparare un tè… mi sono ritrovato a riordinare tutti i cassetti della cucina… ed il tè ancora non era fatto!
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