Questa intervista, fatta a Peter, ex compagno di studi nonché grande amico vi porta dall’altra parte del mondo e racconta l’esperienza di un Italiano in Giappone. Un paese ricco di contraddizioni ma tutto da scoprire e con un patrimonio naturale e culturale immenso. Senza altri indugi, ecco l’intervista.
Peter, come sei finito in Giappone?
Ho fatto richiesta per una borsa di studio presso la mia università e tra le varie mete era presente anche il Giappone. Quindi mi sono detto, perché no, è una meta interessante e che assicura molto divertimento. Non ci speravo troppo e invece alla fine mi hanno accettato. Così mi ritrovo a realizzare ad un mese dalla partenza che stavo per andare in Giappone.
Perché proprio il Giappone?
Perché è una cultura completamente diversa. Un Erasmus in Europa o in America non mi avrebbe consentito di incontrare una cultura così distante dalla nostra. Il Giappone, trovandosi in estremo oriente e per di più su un’isola risulta essere avulso dalla cultura occidentale. Ero già stato in Giappone per pochi giorni e mi sono innamorato di quella terra. Ho deciso di prendere al volo l’occasione. Ho visto la partenza anche come una sfida.
Così arrivi in Giappone…
Dopo 17 ore di volo sei stravolto e ti ritrovi dall’altra parte del mondo, accusi già i sintomi del jet lag, le scritte sono incomprensibili. Così puoi capire già la differenza tra le mete Europee e una meta come il Giappone. In più, in pochi parlano Inglese. A quel punto realizzo che avrei passato sei mesi da solo in un posto completamente estraneo. Quindi, all’inizio c’è un po’ di paura. Poi col tempo ti ambienti e scopri anche le persone molto cordiali. Posso dire di aver fatto tante amicizie. Nonostante i Giapponesi siano descritti come un popolo freddo io li ho trovati molto aperti, anche se non ti inviteranno mai a casa loro. L’ambiente è anche molto diverso da quello a cui siamo abituati: si passa dai piccoli templi a centri commerciali incredibili.
Quali sono le aspettative riguardo la cultura Giapponese per un occidentale?
Io credo che le aspettative dipendano dall’età. Gli adulti di oggi hanno conosciuto il Giappone negli anni ’80-‘90 come capitale mondiale della tecnologia, invece i più giovani lo conoscono per una cultura molto “pop” dove tutto è antropomorfizzato e tutto è molto kawaii. Oppure si pensa al Giappone come il regno dello spiritualismo, ovvero un posto pieno di templi, santuari e foreste sacre. Insomma, le aspettative sulla cultura Giapponese dipendono da come ci si approccia durante la vita. Molteplici aspetti della stessa cultura risaltano in modo diverso in base a chi la guarda.
La realtà?
Tutte e tre gli aspetti (tecnologia, pop-culture, spiritualismo) sono molto reali. In città tradizionali come Kyoto prevale la componente spirituale. Mentre a Tokyo si vive un forte contrasto tra antico e moderno. Trovi grattacieli altissimi accanto a piccoli templi e casette tradizionali in carta di riso. Immagini una cosa simile a New York?

Vi sareste mai aspettati una casa del genere tra i palazzi?
Quindi il Giappone è un paese ricco di contrasti?
Sì, a proposito c’è un posto particolare che mi ha colpito moltissimo: il santuario Meiji, costruito in onore dell’omonimo imperatore, lo stesso che si vede nell’ultimo samurai e che portò il Giappone nell’era moderna. Il santuario è al centro della città un po’ come Central Park a New York ed è un posto tranquillissimo.
Da un certo punto di vista può essere definito un paese incoerente?
Dal nostro punto di vista certamente. Ad esempio arrivati all’età adulta bisogna mettere la testa a posto, giacca e cravatta e un lavoro fisso, che per loro è fondamentale. Però durante la gioventù è concessa maggiore libertà. Puoi vestire come vuoi, piercing, orecchini e nessuno si fa problemi, puoi essere eccentrico quanto vuoi senza paura di attirare occhiatacce. Alcuni ragazzi sembrano dei teppisti usciti direttamente da un film di Martin Scorzese. Niente tatuaggi però, sono estremamente mal visti perché simboleggiano la Yakuza (la mafia Giapponese). Insomma, da giovani si è molto spensierati ma da adulti bisogna darsi una regolata ed uniformarsi. Per noi questo può sembrare un contrasto ma loro lo vedono come un divenire nel tempo.
In termini di carriera il percorso è prestabilito quindi?
Diciamo che rispetto all’occidente, soprattutto l’America, dove esiste il “percorso del successo” tramite il quale puoi ottenere una formazione universitaria adeguata molto costosa, fino a centomila dollari l’anno, in Giappone è consentito a chiunque studiare. Il costo delle migliori università è accessibile a tutti. Poi certamente raggiungere gli obiettivi richiede impegno. Non posso dirti con certezza che la loro vita è segnata perché tutti hanno accesso all’educazione che preferiscono, ma sicuramente il mondo del lavoro Giapponese è spietato.
Parlando di lavoro, la cultura Giapponese in questo senso è molto dura, quasi esasperante
Sì, in effetti il Giappone è uno dei paesi con il tasso di suicidi più alto al mondo. Questo è in parte dovuto allo stile di vita che gravita intorno al lavoro. Pensa che la mia camera in Giappone era di appena 12mq e per un Giapponese quello potrebbe essere lo spazio in cui passa tutta la vita. Questo perché i Giapponesi non vedono la propria casa come un luogo in cui spendere le proprie giornate come in Italia, ma solo un luogo per dormire, anche se non sempre. Infatti, tornando all’argomento della domanda, quando fanno tardi al lavoro preferiscono fermarsi in un Hotel a capsule. In generale, passano la loro vita fuori da casa. Mangiano quasi sempre fuori, complice il fatto che il cibo è molto economico anche se di qualità. Tutte le attività ricreative si tengono a scuola o in azienda. Sono molto organizzati in tal senso. Mi è capitato di vedere gruppi di uomini in giacca e cravatta in gita con i colleghi. L’azienda diventa la tua famiglia. Quindi, ecco, la casa non è così importante, è più importante il posto di lavoro. Contribuisce a determinare questo aspetto il fatto che il lavoro è fisso, ci vuole molto tempo prima di riuscire ad essere assunti ma una volta dentro si tende a rimanere a vita.
Il lavoro diventa più importante della famiglia?
Questo è un punto molto delicato. Per alcuni sì. Anche se esiste un forte senso della famiglia tra i Giapponesi, però molto più riservato rispetto a qui da noi in Italia. Mentre un Italiano ti porta dalla sua famiglia come segno di benvenuto un Giapponese non lo farebbe mai, come dicevamo prima, ma questo non significa che non siano vicini. Invece, capita spesso che le famiglie vivano distanti, con gli anziani in campagna e i giovani in città.
Cosa succede se qualcuno non vuole uniformarsi a questo percorso lavorativo tradizionale?
Beh, diciamo che dipende da come si sceglie di non uniformarsi. Ad esempio, un individuo con i tatuaggi verrà sempre visto male. Se invece si sceglie di essere non conformi dal punto di vista aziendale, quindi di non passare la vita in una grande azienda e mettersi in proprio non ci sono particolari lati negativi. Il problema è forse l’opposto: in Giappone c’è poca intraprendenza, i ragazzi usciti dalle università si aspettano e cercano di loro volontà un percorso tradizionale. Paradossalmente, il governo sta cercando di spronare i giovani a non uniformarsi e fare startup. Ma alcune tradizioni sono dure a morire.
Cambiamo argomento, quali sono le caratteristiche naturali del Giappone?
Il Giappone è composto da quattro isole principali da nord a sud, sono Hokkaido, Honshu, Shikoku, Kyushu e altre isole più piccole per un totale di 6.852 isole. Come l’Italia, con la quale condivide le dimensioni, è un paese che si estende in verticale quindi il clima e la morfologia sono molto variabili. L’estate è torrida ed umida. Poi è un paese vulcanico con forte attività sismica.
Una parentesi sui terremoti
Mentre qui da noi anche la scossa più lieve può fare danni ingenti, in Giappone gli edifici sono costruiti in maniera tale da poter resistere anche alle oscillazioni più forti. Da noi in caso di terremoto si sconsiglia di entrare negli edifici, da loro accade esattamente l’opposto, si viene invitati ad entrare nei palazzi, che sono molto sicuri. Per loro le scosse sono di routine.
La campagna poi è stupenda e noi dovremmo imparare a rispettare la natura come fanno loro. Si costruisce prevalentemente in città. L’area urbana di Tokyo ha una popolazione di 15 milioni di abitanti e il Giappone ne ha quasi 130 milioni, ma tutti concentrati in città. Il risultato sono aree urbane estremamente dense e campagna incontaminata. È come la disegnano nei cartoni insomma. C’è un grande rispetto per la natura, che dai noi manca.
Il rispetto non solo per la natura…
Pensa che il livello di criminalità è così basso che i poliziotti non sanno bene cosa fare. Forse si esagera un po’ ma è per darti un’idea. La città è sicura, nonostante sia così grande. Le ragazze possono andare in giro di notte indisturbate ad esempio.
Eppure esiste il luogo comune del Giapponese pervertito
Questo è legato alla loro cultura. Il rapporto dei Giapponesi con la sessualità è diverso dal nostro. Uomini adulti possono leggere senza vergogna fumetti hard. Da noi, nonostante la disinvoltura sessuale, esiste un confine privato oltre il quale si entra nel tabù. Per loro invece, pur essendo molto riservati, il sesso è vissuto forse con meno colpa. Mi rendo conto sia difficile da spiegare. È vero che si sente parlare di molestatori, ma l’aspetto che prevale è quello morboso rispetto a quello violento. Il mio pensiero è che loro arrivano molto più vicini di noi all’aspetto sessuale esplicito ma alla fine riescano a controllarsi e capire cosa è intrattenimento, come un hentai o le cameriere vestite in maniera sexy nei ristoranti, e quello che è atto criminale come la molestia o la violenza vera e propria.
Sembra che la cultura Giapponese sia pervasa da manga e anime
Tokyo è forse l’unica città al mondo con un quartiere totalmente dedicato proprio a questo. La produzione di manga è enorme, cento volte maggiore rispetto a quello che arriva fino a noi. Esistono gli Otaku, ovvero collezionisti maniacali di oggetti legati ai manga. Anche le carte da gioco (pokemon, etc.) hanno un mercato massiccio persino tra gli adulti. Questa componente della cultura è forse il loro modo di evadere dalla routine lavorativa e per la quale sono disposti a spendere cifre esorbitanti. Si fa fatica a pensare ad un adulto che legge fumetti e colleziona carte. Tornando ai contrasti, un Giapponese può essere un professionista impeccabile e allo stesso tempo passare le serate al karaoke. A noi sembra infantile, ma a me viene da chiedere, non risultiamo anche noi infantili a impazzire per un gioco come il calcio giocato da ragazzini? Se ci ancoriamo alla visione occidentale, tutto ciò che è gioco deve essere lasciato ad una certa età, mentre in Giappone non è così.
Finora abbiamo parlato prevalentemente di uomini, qual è invece il ruolo della donna?
Nel passato esisteva un maschilismo molto marcato. Pensa che usare il pronome personale femminile nei confronti di un maschio è una grave offesa, mentre non è vero il contrario. Oggi le cose sono cambiate e le donne possono studiare e lavorare come un uomo. C’è da dire che permane la struttura patriarcale nelle famiglie. La donna deve cucinare, stare a casa e rispettare usi e costumi. Anche se ripeto, le cose stanno cambiando. D’altra parte anche l’uomo ha un ruolo ben definito. Ad esempio è il ragazzo che deve fare il primo passo e dichiararsi esplicitamente nei confronti di una ragazza. Sul posto di lavoro invece la disparità tra uomini e donne è forse persino meno netta che da noi, usciti dal lavoro però gli uomini stanno tra di loro così come le donne.
Com’è il rapporto con l’autorità?
Si porta enorme rispetto verso le figure più competenti, verso i maestri (Senpai) e verso le persone più anziane. Tutti devono inchinarsi, ed esistono varie forme di inchino in base all’altra persona e alla situazione. Pensa che durante i lavori in strada vengono preposti due operai solo per avvisare i pedoni dell’inconveniente, e lo fanno inchinandosi.
E l’Harakiri?
Non esiste più come in passato, però perdere l’onore è molto grave. Bisogna rispettare i propri compiti perché garantiscono l’onore e per questo si cerca di dare un lavoro a tutti, perché il lavoro conferisce dignità. Infatti, a seguito dell’incidente al reattore nucleare di Fukushima i responsabili si sono dimessi o hanno rischiato la vita per aiutare gli altri. Una storia toccante a proposito è che in quell’occasione gli anziani decisero di occuparsi dei soccorsi all’interno della zona contaminata, perché consideravano la propria vita di valore inferiore rispetto a quella dei giovani. Anche nel sacrificio c’è una forma di onore.
Esiste un maggiore senso della collettività a scapito dell’individualità?
Sì, le persone pensano anche agli altri e non solo a se stesse, ma non perdono mai la propria individualità. Ad esempio, nei ristoranti si mangia al bancone e si è praticamente da soli, anche se vai in gruppo. Però si tratta di momenti di individualità più pragmatici rispetto ai nostri, in questo caso l’idea è mangiare in fretta e tornare a lavoro. In alcuni bar hai massimo un’ora per mangiare e poi andartene.
A proposito, qual è il rapporto dei Giapponesi col cibo?
A riguardo vorrei citarti un libro, scritto da un’Italiana sul Giappone: “Mi chiedono sempre come sia il sushi in Giappone, che dire, il sushi è come la pizza da noi, lo trovi da mangiare in fretta e furia aspettando l’autobus ma anche in posti dove paghi ogni singolo pezzo come un Rolex e per ogni singolo pezzo aspetti venti minuti, per la complessità della sua preparazione. La verità è che la cucina del paese del sol levante è super varia e molto diversa da quella che siamo abituati a vedere sui menù dei ristoranti giapponesi in Italia, il sushi ne è la millesima parte, ma soprattutto è molto più cotta. Che fame, e come gli piace mangiare a loro. Vi ho già detto che a tutte le ore del giorno e della notte ci sono programmi televisivi che inquadrano bocconi fumanti, piattini freddi o roventi, zuppe di ogni genere relativi a saggi e ricette a tutte le ore del giorno a Tokyo si mangia e si beve, non è come da noi che si mangia ad orari prestabiliti, qui non c’è colazione pranzo o cena, c’è cibo 24 ore su 24.”

Un piatto di sashimi e zuppa di miso
Io ho vissuto la stessa esperienza, ci sono talmente tante cose da provare e da cucinare. Il loro cibo è molto salutare, nonostante sia molto fritto risulta molto leggero. Io ho perso 4 chili nonostante mangiassi tanto. Poi non costa niente. In ristoranti di buona qualità puoi pranzare con 4 euro, quello che costa molto sono i trasporti.
Il Giappone si sta occidentalizzando? Stanno assorbendo la nostra cultura?
Difficile da dire. In parte sì. Assorbono tutte le culture ma a modo loro. Nel senso che le internalizzano e le trasformano. Ad esempio, le città sembrano Americane, ma questa somiglianza è solo apparente. Il modo di fare delle persone è totalmente opposto. Amano le altre culture ma le reinterpretano e in alcuni casi le estremizzano. Un ristorante a tema Francese assomiglia alle ambientazioni di Alice nel paese delle meraviglie, con le cameriere vestite in pizzi e merletti. La loro visone del resto del mondo è quasi fiabesca. Un centro commerciale che replica un paesino italiano è persino meglio di quello vero. Io non credo verranno mai travolti dalla cultura Americana come lo siamo stati noi, anche se geograficamente sono molto vicini.
Consigli per chi vuole visitare il Giappone?
- Poiché si paga quasi esclusivamente in contanti, portatene molti. Nessuno ve li ruberà!
- Rispettare le regole, nascondere i tatuaggi è d’obbligo
- Visitare la campagna Giapponese, attenzione perché qui parlano solo Giapponese. Salvavita: K’s house hotel, la catena di ostelli per giovani dove parlano inglese
- Provare le terme tradizionali
- In città cercare i piccoli ristoranti caratteristici ed evitare i grandi ristoranti pensati per i turisti
- Provare prodotti particolari
- Visitare Hakiabara, il quartiere tecnologico di Tokyo e Shibuya
- Visitare il santuario Meiji e la strada per i giovani, Takeshita Dori
- Fuori dalla città recatevi al lago di Ashinoko, sotto al monte Fuji. Troverete un veliero che lo solca
Insomma, grazie a Peter per averci fatto capire che anche questo è il Giappone, dove potete trovare templi meravigliosi oppure un uomo adulto vestito da Super Mario su un go-kart nel bel mezzo della città.

Un giapponese vestito da Super Mario alla guida di un Kart al centro di Tokyo, normale no?
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