Introduzione alla biologia quantistica
In questa serie voglio coprire uno degli aspetti meno conosciuti della biologia, ovvero la relazione tra le onde elettromagnetiche e il nostro organismo. In fisica, è ben conosciuta l’interazione tra elettromagnetismo e materia. Stranamente, in biologia questa interazione non viene presa in considerazione, eppure la materia animata e quella animata sono composte esattamente degli stessi elementi: molecole, atomi, elettroni e particelle subatomiche che si influenzano reciprocamente e interagiscono con l’ambiente esterno. Studiare gli organismi viventi fuori dal contesto è al meglio ingenuo, al peggio fuorviante. Nulla nell’universo può dirsi libero dalle influenze dell’ambiente, nemmeno gli esseri umani, per quanto ci piaccia pensarlo.
Questa premessa è alla base della biologia quantistica, che abbraccia le interazioni di natura fisica con l’ambiente. Gli elementi costitutivi di tutta la materia sono delle particelle subatomiche che seguono le leggi della fisica quantistica, da qui il nome di questa nuova frontiera della biologia. Pertanto, è sempre più necessario introdurre principi fisici nella biologia classica. In questa prima parte della serie sull’elettromagnetismo, scopriamo come l’interazione con l’ambiente -la terra- è alla base della vita stessa.
Il battito della terra
Nel 1951, in Germania, il professor Winfried Otto Schumann stava tenendo una lezione sui princìpi della fisica. Come una sfera all’interno di un’altra sfera è in grado di creare una tensione elettrica, e di conseguenza una frequenza. La classe di Schumann non riusciva a capire. Così il professore propose un’analogia: provate ad immaginare la terra come una sfera e la ionosfera come un’altra sfera. Poi chiese di calcolare la tensione tra le due. Non avendone lui stesso idea, anche il professore cominciò i suoi calcoli. Alla fine, arrivò ad una frequenza di circa 10 Hz.
Per quanto incredibile, il nostro pianeta ha un battito. Una frequenza misurabile che circonda la vita sulla terra, fin dagli albori. La scoperta di quella ribattezzata risonanza Schumann non destò particolare interesse ai tempi. Solo anni dopo, il professore realizzerà la sua vera importanza.
Trenta anni prima, il medico tedesco Hans Berger fu il primo a misurare le onde cerebrali tramite il primo elettroencefalogramma (EEG), da lui stesso inventato. Le prime onde registrate vennero chiamate onde alfa. Poco dopo la scoperta della risonanza Schumann, un collega di Berger, dr. Anker Mueller trovò per caso la modesta rivista scientifica sulla quale venne pubblicata. L’uomo rimase stupido quando realizzò che la frequenza delle onde registrate da Berger era quasi identica a quella registrata da Schumann per la terra. Così l’uomo contattò Schumann per convincerlo ad investigare più a fondo. Assieme ad uno dei suoi studenti, Schumann calcolò l’esatta frequenza della terra: 7.83 Hz. La stessa frequenza delle onde alfa nel cervello.

La risonanza Schumann attorno alla terra
Le frequenze nel cervello controllano lo stato di concentrazione, stress, creatività e persino il sistema immunitario. Il ritmo alfa viene registrato ad occhi chiusi in un soggetto sveglio ma completamente rilassato.

Le onde cerebrali, nel mezzo le onde alfa
Gli effetti sull’uomo
La frequenza di un’onda elettromagnetica è misurata in Hertz (Hz) e si riferisce al numero di oscillazioni che un’onda compie ogni secondo. Possono essere oscillazioni piccole come un atomo o vaste quanto tutto l’universo. In teoria, le frequenze sono infinite. Quella tra le onde alfa e la risonanza Schumann è solo una coincidenza? Improbabile. Soprattutto se pensate che il ritmo alfa si manifesta con le analoghe caratteristiche in tutte le specie animali.
Qualcuno cercò di scoprire il significato di questa relazione. All’inizio degli anni ’60, il professor Rütger Wever del Max Planck Institute costruì un bunker sotterraneo completamente schermato dai campi elettromagnetici, compreso quello terrestre, al fine di analizzare i ritmi circadiani dell’uomo. Lungo un periodo di più di trent’anni il professore studiò il fenomeno grazie a diversi studenti volontari del programma, che spesero settimane nel bunker. Quando la risonanza Schumann veniva esclusa, la salute fisica e mentale degli studenti si degradava velocemente, mentre i loro ritmi circadiano venivano completamente meno. Ricordate che i partecipanti erano tutti giovani e in salute. Da buon scienziato, Wever decise di testare la sua ipotesi. Così reintrodusse nel bunker, segretamente, un generatore di frequenze settato a 7.83 Hz. Ogni volta che veniva acceso, gli effetti negativi sui volontari sparivano o si riducevano. Lo stress, i mal di testa e la frustrazione mentale erano ridotti e ritornava un senso di benessere generale. Tutto grazie alla reintroduzione della risonanza Schumann.

Un volontario che riemerge dal bunker di Wever
Il battito della vita
Le ricerche di Wever stabilirono una strabiliante connessione tra le frequenze naturali del pianeta e la salute umana. Nel 2011, nuove ricerche hanno proposto un’ipotesi ancora più intrigante: la risonanza Schumann potrebbe essere legata alla nascita della vita stessa. Luc Montagnier, scopritore del virus dell’HIV nel 1983 e premio Nobel per la medicina nel 2008, stava conducendo esperimenti sulla “memoria dell’acqua”, esaminando come l’acqua può mantenere una memoria delle sostanze che vi sono state disciolte in precedenza. Per caso, Montagnier inciampò in qualcosa di inaspettato.

Luc Montagnier nel suo laboratorio
Tutta la vita viene dalla vita, questo è un fondamento della scienza che non è mai stato violato e confermato in una varietà di esperimenti. La vita può esistere solo dove la vita esiste già. Il meccanismo è puramente meccanico: quello della riproduzione per mezzo di replicazione cellulare, come i batteri o ovulo e sperma, come gli esseri umani. Ma gli esperimenti di Montagnier offrono un’ipotesi radicalmente innovativa. Il professore ha dimostrato che i filamenti di DNA sono in grado di comunicare tra di loro emettendo onde elettromagnetiche a bassa frequenza. Questa comunicazione è così sofisticata che, a distanza, il DNA è in grado di organizzare i nucleotidi, ovvero i mattoni che compongono il DNA stesso, in nuovo DNA identico. Gli esperimenti di Montagnier hanno raggiunto quello che sembrava impossibile: ottenere nuovo DNA da nucleotidi disorganizzati nell’acqua. L’esperimento è riuscito a creare la vita dove la vita non era presente.
Cosa c’è di unico negli esperimenti di Montagnier? La presenza di una frequenza, che se rimossa causa il fallimento degli esperimenti stessi, ma quando presente è in grado di assicurarne il successo. Quella frequenza è 7.83 Hz, la risonanza Schumann, il battito della terra.
L’esperimento era così strutturato:
“Due provette adiacenti, e fisicamente separate, sono state collocate all’interno di una bobina di rame e sottoposte ad un debole campo elettromagnetico uguale alla risonanza Schumann e isolate dai campi magnetici esterni per evitare interferenze. Una provetta contiene un frammento di DNA sottoposto a diversi cicli di diluizione e agitazione, e la seconda provetta contiene acqua pura distillata. Dopo 18 ore a temperatura ambiente, si osserva che entrambe le provette emettono lo segnale elettromagnetico. Dopo 20 ore, un frammento di DNA è stato recuperato in entrambe le provette, anche se una conteneva solamente acqua distillata. L’esperimento è stato ripetuto più volte, anche in diverse modalità, con successo. Questo conferma la validità della scoperta.
Il trasferimento di segnali elettromagnetici non è stato raggiunto in presenza di interferenze o quando il generatore di campo magnetico aveva una frequenza inferiore a 7 Hz.”
Sembra esserci un legame ancestrale, un’interazione che va avanti da sempre tra gli organismi viventi e le frequenze elettromagnetiche. La vita si è evoluta circondata dalla frequenza della terra e inevitabilmente si è “sintonizzata.” Infatti, la nostra sensibilità alle frequenze ha sviluppato un’altra capacità straordinaria, quella di essere in grado di percepire ed essere influenzati dai campi magnetici…
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Riferimenti
Montagnier, J. Aissa, S. Ferris, J. Montagnier, C. Lavallée, “Electromagnetic Signals Are Produced by Aqueous Nanostructures Derived from Bacterial DNA Sequences”, Interdiscip. Sci. Comput. Life Sci., 1:81-90 (2009).
Montagnier , J. Aissa, E. Del Giudice, C. Lavallée, A. Tedeschi and G. Vitiello, “DNA , Waves and water”, “Journal of Physics: Conferences Series”, The proceedings of DICE 2010: Space, Time, Matter – Current Issues in Quantum Mechanics and Beyond, 2011
https://www.dionidream.com/dna-acqua-montagnier/
https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=R8VyUsVOic0
https://www.youtube.com/watch?v=h59ONN2hJ_k&t=624s