Se vivi nel mondo comune, il titolo di questo articolo non avrà senso. Come si risolvono i problemi, chiaramente trovando una soluzione nel mondo reale, ti starai dicendo.
Tuttavia, da qualche tempo, avendo iniziato un percorso di crescita personale e spirituale, ho adottato un metodo di risoluzione dei problemi che non ha nulla a che vedere con l’azione nel mondo esterno. Ma esaminiamo per chiarezza il paradigma più comune alla risoluzione dei problemi:
Quando un evento che causa una reazione emotiva avversa -problema- emerge, la nostra mente analitica inizia a processare le informazioni nel mondo esterno: avvenimenti, cause, contesto e inizia a formulare possibili soluzioni. Se si rompe la macchina ad esempio in primis dobbiamo portarla da un meccanico, che individua il danno e lo ripara. Tutto logico fin qui. Questo è il tipico schema che seguiamo in ogni circostanza.
I guai però iniziano quando il suddetto problema non ha una chiara soluzione, ovvero non esiste un meccanico in grado di diagnosticare il difetto e correggerlo. Questo avviene ad esempio nelle relazioni interpersonali, ma anche in altre circostanze che sembrano non avere senso o, apparentemente, nessuna soluzione logica. Basti pensare a determinate patologie cliniche o incidenti inaspettati.
In queste circostanze, dove una soluzione apparente non esiste, la nostra mente analitica rimane inerme e siamo destinati a rimanere “con il problema” e a soffrirne le conseguenze. Però, nella definizione stessa di problema risiede una soluzione non convenzionale ma più potente di tutte.
Il problema è infatti tale solamente quando assegnamo ad esso un significato emotivo, perché riteniamo possa mettere a rischio uno dei nostri valori di base: sicurezza, bisogno di appartenenza, stabilità . Quando non c’è legame emotivo con un fatto, esso rimane così com’è: semplicemente un avvenimento nel mondo esterno.
I più attenti avranno ormai scorto la soluzione che voglio proporvi. Se riusciamo a scollegare l’evento esterno e la reazione emotiva, per definizione non abbiamo più un problema, lo abbiamo risolto. Già , ma come?
Il metodo migliore è appunto quello di lavorare sull’emozione che da significato al fatto. Se riusciamo ad eradicarla, il resto non è più rilevante. Per quanto alieno alla mente analitica, questo è esattamente un processo naturale che chiunque può mettere in atto. Semplicemente, occorre lasciare andare l’emozione di preoccupazione, ansi, stress, paura o qualsiasi altri si presenti per aver risolto il proprio problema. Dopo averlo fatto, quello che prima ci preoccupava sarà completamente irrilevante, anche le situazioni più tragiche, e parlo per esperienza personale.
Per quanto mi riguarda, il primo passo di fronte a qualsiasi fatto “emotivo” (problema) è prima di tutto affrontare l’emozione sottostante. Per farlo, basta ascoltarla ed accettarla senza porre resistenza. Così facendo, l’emozione farà il suo corso e passerà naturalmente. Portando con sé il problema.
Se volete provare vi incoraggio ad approfondire il tema del Letting Go: https://youtu.be/j248kAMdehY
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