Come essere uno Stoico: intervista al professor Massimo Pigliucci

Gennaio 6, 2019

Qual è il suo background professor Pigliucci?

Sono nato e cresciuto a Roma. Mi sono trasferito negli Stati Uniti per completare il mio PhD in biologia evoluzionistica. Ho intrapreso e seguito una carriera accademica in quel campo per circa vent’anni. Dopodiché, per una combinazione di ragioni mi sono interessato alla filosofia. Così sono tornato a scuola e ho completato un PhD in filosofia, iniziando poi ad occuparmi di filosofia della scienza che oggi insegno alla City University di New York. Qualche anno fa ho iniziato a studiare filosofia pratica. Mi sono imbattuto nello stoicismo e ho iniziato a leggere Marco Aurelio, Epitteto e Seneca in questa ottica. Ho iniziato a praticare lo stoicismo come filosofia di vita e a scriverne su un blog “How to be a Stoic” per poi pubblicare un libro.

Cos’è che le ha fatto cambiare strada?

Ci sono state un paio di motivazioni. Una professionale e una personale. Ero professore di biologia evoluzionistica, avevo un laboratorio, avevo finanziamenti per la ricerca. Ma poi ho pensato: “voglio davvero continuare a fare le stesse cose che ho fatto per vent’anni?” Dal punto di visto professionale, non è inusuale negli Stati Uniti scegliere di cambiare percorso, ma è raro cambiare del tutto disciplina. Io ho deciso di farlo perché mi interessava la materia. Ma c’è stata anche una componente di caso. Nel periodo in cui ero docente all’università del Tennessee, fu preso un giovane insegnante di filosofia della scienza, Jonathan Kaplan, che mi volle conoscere. Siamo diventati amici e qualche anno dopo lui stesso è diventato il mio mentore per il PhD in filosofia. La motivazione personale è relativa a quella che viene chiamata crisi di mezza età. Cercavo qualcosa di nuovo nella vita e la filosofia è stata la risposta

Lei è ancora appassionato di biologia evoluzionistica?

Sicuramente. Non ho più un laboratorio ma mi occupo di teoria, seguo congressi, pubblico lavori in quel campo a volte. È il mio primo amore e non l’ho abbandonato.

Entriamo nel vivo: cos’è lo Stoicismo?

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Zenone di Cizio

Lo stoicismo è una filosofia greco-romana, nata attorno al 300 a.C. ad Atene. Fondata da Zenone di Cizio, moderna Cipro. Zenone era un mercante, arrivò ad Atene a causa di un naufragio e secondo la leggenda entrò in una libreria e trovò il proprietario che leggeva ad alta voce il libro Memorabilia di Senofonte, un libro su Socrate. Si innamorò della filosofia e chiese dove potesse trovare un filosofo. Il proprietario ne indicò proprio uno che passava fuori dal negozio. Quel filosofo era Cratete di Tebe, un filosofo cinico. Zenone così inizia a studiare prima con lui, poi con altri. Dopo qualche anno fonda la sua scuola e inizia ad insegnare davanti al mercato, sotto un colonnato chiamato stoa, da qui il nome stoicismo.

La filosofia stoica divenne popolare nel mondo greco-romano e poi si spostò da Atene a Roma, dove nascono figure stoiche importanti come Seneca, Epitteto, Marco Aurelio e catturò l’interesse di tanti altri come Cicerone.

La filosofia stoica si basa su tre principi basilari. Il primo concetto è l’idea di “vivere secondo natura umana”. Secondo Zenone per vivere una vita “Eudemonica”, ovvero che vale la pena vivere, bisogna porsi una domanda fondamentale: “qual è la natura dell’essere umano?” Secondo l’analisi stoica, quello che distingue l’essere umano dagli animali va ricondotto a due fattori. Il primo, è che siamo una specie altamente sociale. Il secondo, è che siamo capaci di pensare in maniera razionale. Quindi, secondo gli stoici una vita che vale la pena di essere vissuta è una vita che prevede l’utilizzo della ragione per migliorare la condizione sociale. Gli stoici furono tra i primi a adottare e sviluppare un atteggiamento cosmopolita. In pratica, quindi, come si vive secondo natura? Qui entrano in gioco gli altri due principi.

Il secondo principio è quello che gli stoici moderni chiamano dicotomia del controllo. Che fu resa famosa da Epitteto. Secondo questo principio, dobbiamo renderci conto che nella vita ci sono alcune cose che sono sotto il nostro controllo e altre che invece non sono sotto il nostro controllo. Quindi, è necessario separare le due cose e concentrarsi solo sulle prime e non pensare alle seconde. Secondo gli stoici, rientrano nella prima categoria solo i nostri giudizi, le nostre opinioni e i nostri valori. In sostanza le nostre decisioni su come agire. I risultati delle azioni posso influenzarli, ma non posso controllarli. Ti do due esempi. Il primo viene da Cicerone. Immagina di essere un arciere con l’obiettivo di colpire il nemico. Gli aspetti che puoi controllare sono: la pratica prima della battaglia, scegliere arco e frecce, la concentrazione, il momento per scoccare. Ma dal momento in cui la freccia lascia l’arco, niente è sotto il tuo controllo. Una folata di vento può rovinare il tiro migliore, il nemico può spostarsi. L’idea è quindi quella di concentrarsi su tutto quello che puoi fare prima di lasciare andare. Dopodiché, accetti il risultato per quello che è: a volte colpisci, a volte no. Il secondo è un esempio nella vita moderna. Sto cercando lavoro e mi reco ad un colloquio. Cosa posso controllare? La scelta del lavoro, la preparazione, un buon curriculum. Ma terminato il colloquio, il risultato dipende anche da fattori esterni. Chi mi fa il colloquio può essere di cattivo umore o c’è qualcun’altro migliore di me. Dal punto di vista stoico, se la risposta alla domanda “hai fatto il meglio di quello che potevi fare?” è positiva, non c’è da preoccuparsi di altro. Questo non significa lasciarsi andare, proprio al contrario. Devi sforzarti di fare il meglio ma oltre quello non puoi andare, quindi devi essere tranquillo e accettare che nella vita si vince e si perde.

Statue Marco Aurelio at the Capitoline Hill in Rome, Italy

Marco Aurelio

Il terzo principio che definisco bussola morale che guida il comportamento. È basato sulla pratica di quattro virtù: saggezza pratica, coraggio, giustizia e temperanza. Se si praticassero tutti i giorni queste virtù la vita diventerebbe la migliore che puoi vivere. Esaminiamole:

  • Saggezza pratica è la capacità di decidere cosa è bene fare e cosa è male, quindi non va fatto.
  • Coraggio è quello morale di fare la cosa giusta, a dispetto delle conseguenze.
  • Giustizia è trattare gli altri in maniera equa e da esseri umani, mai usare gli altri come mezzi per un fine.
  • Temperanza significa autocontrollo e fare tutto nella giusta misura, né troppo né troppo poco.

Si parla spesso di meditazione come strumento per vivere con serenità, lo stoicismo offre lo stesso? O meglio, lo stoicismo può migliorare lo stato psico-fisico?

Assolutamente. Ci sono forme di meditazione molto vicine al mondo stoico. Ad esempio, esistono forme di meditazione buddiste che prevedono di leggere e scrivere certi pensieri, per assimilarli ad applicarli durante la vita quotidiana, esattamente come fanno gli stoici. Ci sono tra l’altro grosse similitudini tra la filosofia buddista e quella stoica. Io faccio meditazioni buddiste tradizionali ma anche meditazioni stoiche, che raccolgo in un podcast.

Lo stoicismo è una filosofia pratica e non basta studiarla sui libri per capirne l’impatto, va applicata.

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Seneca

Con un collega ed amico Greg Lopez ho appena finito di scrivere un nuovo libro sullo stoicismo con soli esercizi pratici, ben 52, a dimostrazione del fatto che lo stoicismo è una filosofia estremamente pratica. Ci sono esercizi meditativi, ogni sera apro il mio diario e rispondo a tre domande: “in cosa ho sbagliato oggi, cosa ho fatto bene oggi e cosa rimane da fare.” Ci sono altri esercizi pratici come quelli di auto-deprivazione come saltare i pasti o fare una doccia fredda per ricordare di quanto sei fortunato. Ma l’esercizio più utile nel lungo periodo è definire una serie di frasi da ripetere a seconda della situazione. Ad esempio, a me capita di discutere con qualcuno e spesso sono costretto a ripetermi “lui la pensa così.” Questo è un modo per ricordarti che hai un potere davvero limitato di far cambiare opinione alle persone, quindi inutile arrabbiarsi e perdere tempo. Ultimo esempio è la premeditatio malorum, ovvero pensare al peggio e prepararsi mentalmente.

Lo stoicismo è una filosofia rivolta alla crescita personale

Assolutamente sì, anche perché la tua crescita è sotto il tuo controllo, quella degli altri no. Ma se ci pensi anche la religione Cristiana o il Buddismo lo sono. Ma di fatto lo stoicismo non aspira a creare un individuo perfetto, che non può esistere per via della natura umana, aspira semplicemente a rendere le persone migliori di quello che erano ieri, complimentandosi con sé stessi dei propri progressi quando necessario.  Vorrei però aggiungere che lo stoicismo riguarda la crescita individuale ma è anche una filosofia sociale. Due delle quattro virtù sono coraggio e giustizia, sono rivolte all’esterno, al comportamento nei confronti degli altri. Come ho menzionato gli stoici sono cosmopoliti e ritengono che tutti gli esseri umani vadano trattati come fratelli o sorelle. La differenza tra lo stoicismo e le altre filosofie è che la componente sociale deriva da quella individuale. Secondo gli stoici una società migliore non si crea dall’alto in basso ma dal basso verso l’alto. Ognuno, migliorando sé stesso, migliora la società.

Lo stoicismo è una filosofia adatta ai giorni nostri?

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Epitteto

Sì, ed è interessante domandarsi il perché. Quello che rende determinate filosofie antiche così rilevanti nel mondo odierno è che la natura umana non è cambiata. Sono cambiate le situazioni materiali, oggi abbiamo le macchine e non le bighe. Ma i problemi, le cose che vogliamo e le situazioni che viviamo sono fondamentalmente le stesse.

Come iniziare?

Suggerisco il mio libro, Come essere stoici, un libro introduttivo su come praticare questa filosofia. Poi tornare a leggere gli antichi come Marco Aurelio, Seneca ed Epitteto. Online trovate diversi gruppi Facebook dove confrontarsi con gli altri. Esiste anche il mio gruppo in italiano. Direi di iniziare in maniera modesta e se funzione si può continuare.

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