Alessio, parlaci di te per iniziare
Sono un ingegnere di formazione, però sono sempre stato appassionato di salute e fitness. Da quando ero ragazzo ho sempre cercato uno stile di vita salutare e una forma fisica ideale. Ho divorato tutti i libri possibili fin dai tempi delle superiori. Ultimamente, ho iniziato ad approfondire le tematiche evoluzionistiche grazie ai lavori di Cianti, Cordain e altri. Poi ho iniziato a collaborare col blog evolutamente.it di Angelo, che ritenevo già il miglior mezzo di diffusione di queste tematiche.
Per alcuni sei un profano, non essendo un medico
Assolutamente, ma quello che faccio io è come quello che hanno fatto altri grandi (e più accreditati) nel mondo. Ivor Cummins è un ingegnere, Paul Jaminet è un astrofisico. Loro, pur non essendo medici, hanno ottenuto dei finanziamenti per le loro ricerche sull’alimentazione. In Italia, la casta medica la fa da padrone. Sotto un sistema farmaco-centrico e sintomo-centrico. Lo studio dei medici è finanziato dalle cause farmaceutiche e si basa sulla manipolazione del sintomo, non alla causa. Inoltre, a loro stessa ammissione, i medici svolgono forse mezzo esame di nutrizione. Non è detto che un medico non possa conoscere l’argomento, ma di certo non viene formato in tal senso. Oggi, la presenza di fisici, ingegneri e matematici è sempre più importante per via della scoperta di tutti i meccanismi fisici che influenzano la salute oltre l’alimentazione Un medico non ha queste basi.
Quindi, cosa c’è oltre l’alimentazione?
Oltre l’alimentazione c’è un mondo, perché l’alimentazione è solo un aspetto legato alla salute. C’è da fare un discorso ampio che comprende luce, ritmi circadiani, onde elettromagnetiche, inquinamento, nanoparticelle. Non può essere presa in considerazione solo una variabile.
Hai menzionato dei meccanismi fisici
Certo, questo è un argomento molto affascinante e complesso. Se una volta veniva negata la possibilità che possano esistere dei meccanismi quantistici in organismi biologici viventi, ora si sta iniziando a comprendere che sono questi i fattori che rendono possibile la vita sul nostro pianeta. Come al solito, quello che non riusciamo a ricreare in laboratorio, viene creduto impossibile. Ma non è così. Basti pensare ai meccanismi quantistici in natura come la fotosintesi o gli strumenti di navigazione degli uccelli. Le prove ci sono e sono consistenti, anche sull’uomo.
Dopo questa introduzione passiamo al cuore dell’intervista. Cos’è il Barefooting?
Partiamo da un presupposto: tutto quello che è stato introdotto recentemente, e al quale non abbiamo avuto tempo e pressione selettiva per adattarci è da prendere con cautela perché può causare un mismatch evolutivo e generare uno stato di malattia. L’utilizzo delle scarpe è proprio in questa categoria. Le scarpe creano un mismatch evolutivo da vari punti di vista:
- Il punto di visto biomeccanico. Le scarpe alterano in modo sostanziale la biomeccanica del corpo umano. Il piede rappresenta l’unica interfaccia tra il nostro sistema neurologico e il terreno ed è dotato di un gran numero di meccanorecettori che reagiscono a temperatura e deformazione meccanica. In sostanza, le scarpe alterano il colloquio tra i meccanorecettori e il terreno, non permettendo una corretta deambulazione e aumentano il rischio di infortunio, perché si aumenta il passo, creando problemi a livello patellare, poi si atterra con maggior impatto creando stress sulle articolazioni. Le dita non sono libere di muoversi liberamente, vengono strette l’una all’altra, alterando il ciclo del passo e di conseguenza tutta la catena cinetica, che parte dal piede e arriva alla testa. Il risultato è l’alterazione della postura. Basta un calzino per alterare negativamente i meccanismi propriocettivi, ovvero la percezione del corpo nello spazio, che comprende anche il bilanciamento. Figuriamoci una scarpa.
- Il punto di vista microbico. La creazione di un ambiente caldo, umido e buio è una novità del punto di vista evoluzionistico. È un ambiente perfetto per certe specie microbiche che possono risultare patogene, a scapito di altre benefiche che sopravvivono in ambienti naturali ai quali la nostra pelle è abituata. Quindi, c’è un danneggiamento del microbioma della pelle, con relative infezioni, funghi, verruche. Ovviamente, è compreso il cattivo odore che è il risultato della fermentazione microbica di queste specie con le quali non ci siamo co-evoluti
- Il punto di vista della termoregolazione. Una scarpa riduce il circolo del sangue, prevenendo i feedback di vasodilatazione atti a mantenere un equilibrio termico con l’ambiente. La contrazione dei muscoli del piede genera anche un effetto pompa che sostiene la circolazione, che perdiamo con le scarpe, risultando in ristagno di liquidi e tossine. In più, inficiando sulla conducibilità elettrica, si inficia anche sulla conducibilità termica che è strettamente collegata.
- Il punto di vista posturale. Le scarpe offrono dei feedback negativi. Il tacco rialzato altera completamente la distribuzione dei pesi. Il risultato è stress delle articolazioni, tilt pelvico, alluce valgo, dito a martello. Le scarpe costringono le dita, al contrario di quanto avviene in natura, dove le dita si aprono a ventaglio. Questo altera la postura. Se le radici sono instabili la pianta non può essere dritta. Così si creano meccanismi compensativi dalla testa ai piedi e la postura peggiora.
Quali sono le evidenze su chi vive scalzo?
Studi su chi vive abitualmente scalzo hanno messo in luce le grosse differenze con noi occidentali. Muscolatura del piede molto più forte, dita più allargate, scarsi problemi posturali e scarsa incidenza delle patologie citate sopra. Anche i muscoli del core pelvico e dei glutei risentono dell’attivazione muscolare del piede. Dovremmo informare le signore che vanno in palestra che senza attivare l’arco plantare non si va da nessuna parte. Tutto è collegato al piede. Ho avuto la fortuna di incontrare un medico cileno che non ha mai indossato scarpe in vita sua ed ha piedi completamente diversi da un occidentale, molto più forti, resistenti e nessun problema posturale.
Ma la scarpa non deve avere sempre il tacco?
Il mito del tacco è dovuto a studi che partono da un presupposto errato. Chi indossa il tacco subisce un significativo accorciamento del tendine di Achille. Quando si passa ad una scarpa senza tacco, una ballerina per le donne ad esempio, il tendine corto si allunga e provoca dolore. La così detta tallonite non è altro che una tendinopatia del tendine di Achille, dovuto al riallungamento improvviso dopo mesi di accorciamento. Così, il dolore autoinflitto, rinforza l’idea del tacco. Immaginate di entrare in palestra dopo anni, il giorno dopo avvertirete dolore. Quindi è la palestra che fa male? No, è l’assenza di allenamento. Lo stesso vale per il Barefooting. Si possono accusare dolori perché non siamo abituati a livello muscolare. Proprio per questo, la transizione verso il Barefooting va fatta con scrupolo e attenzione. Ricordate però che essere scalzi è la condizione naturale di tutti gli esseri viventi, anche per motivi biofisici, ed in questo rientra l’Earthing.
Cos’è l’Earthing?
Earthing significa rimanere connessi a terra. Il primo aspetto importante della connessione con la terra riguarda la capacità di riequilibrare il corpo quando è esposto a campi elettromagnetici non nativi, come Wi-Fi, che creano delle correnti indotte che vengono scaricate a terra se vi siamo a contatto. Di fatto mitigando gli effetti rispetto ad un sistema isolato, come quando indossiamo le scarpe. Poi, la terra è carica negativamente, ovvero è ricca di elettroni liberi. In questo senso, l’earthing è strettamente legato al sistema antiossidante. L’equilibrio tra ROS e antiossidanti è fondamentale per l’omeostasi del corpo. Gli ossidanti sono funzionali nella fisiologia umana, ma se fuori controllo sono dannosi per i tessuti, quello che chiamiamo stress ossidativo. Ora, esistono delle strutture nel nostro corpo, chiamate di tensegrità, che sono dei veri e propri circuiti, utilizzati per trasportare gli elettroni che assorbiamo dalla terra ai luoghi dell’infiammazione (dove si accumulano i radicali liberi). Qui, l’eccesso di ROS viene tamponato dagli elettroni che fungono da antiossidanti. In particolare, gli elettroni che vengono dalla terra tramite earthing arrivano, tramite la circuiteria interna, dove servono, bypassando anche la così detta “barricata dell’infiammazione”, che impedisce agli antiossidanti assunti tramite il cibo di arrivare nel luogo dell’infiammazione. Diverse review dimostrano l’efficacia dell’earthing nella riduzione dell’infiammazione. Non a caso, la zona a maggior conducibilità del corpo umano è sotto la pianta del piede.

L’Earthing risolve velocemente le infiammazioni
Quindi il cibo non è la fonte principale di antiossidanti?
Assolutamente no. Solo sfruttare gli elettroni della terra come principale fonte di antiossidanti consente di trovare il giusto equilibrio. Perché il corpo assorbe elettroni solo quando servono, invece, con gli antiossidanti assunti tramite cibo non abbiamo un controllo ottimale e rischiamo di disattivare i meccanismi fisiologici che coinvolgono gli ossidanti, coinvolti ad esempio nel metabolismo o nel sistema immunitario. Ancora peggio sono gli integratori, di cui non conosciamo la biodisponibilità e di conseguenza la giusta dose in base al contesto. Quindi, l’earthing garantisce il bilanciamento.
Essere scalzi è la condizione naturale dell’uomo
Certo, questo ci riporta indietro all’evoluzione di tutti gli esseri viventi. La connessione elettrica con la terra è parte dell’origine della vita. Il campo magnetico terrestre è sfruttato da tutte le forme di vita. Parliamo di miliardi di anni di adattamento.
La vita è legata a doppio filo a meccanismi biofisici e quantistici
Pensate alle api, che sfruttano i campi elettromagnetici per orientarsi e raggiungere i fiori, o all’orientamento degli uccelli. Folle pensare che gli esseri umani siano fuori da tutto questo. La fisica quantistica ha consentito l’evoluzione della vita. Ad esempio, gli elettroni si muovono in sistemi biologici a livello quantistico come una funzione d’onda, non come particelle. É il sistema più efficiente di spostamento. Facciamo un’analogia: sono un elettrone che vuole arrivare in centro città. Supponiamo che io non conosca la strada. Se sono una particella dovrò percorrere una strada alla volta, sbagliando più volte e tornando indietro. Se mi muovo come un’onda, secondo la fisica quantistica, seguo tutte le strade contemporaneamente e arriverò prima a destinazione. Bizzarro, ma è la natura. L’earthing risente degli stessi fenomeni quantistici.
Le superfici ideali per l’earthing?
Quelle a maggiore conducibilità. Il bagnasciuga è l’ideale, ma anche un prato è ottimo. Meno il cemento e ancora peggio l’asfalto.
Dovremmo andare scalzi, ma gli aspetti culturali e sociali ci condizionano
Premetto che si possono sfruttare dispositivi di biohacking per la messa a terra per simulare l’earthing. Io posso dire che ci vuole una forte motivazione, come con la dieta. Chi fa scelte diverse della maggioranza, qualsiasi esse siano, incontrerà degli ostacoli. Ma questo è uno sprone se si è conviti. Nella mia esperienza, a fronte di un individuo che critica, ci sono dieci persone interessante. I limiti sono più dentro di noi che nel mondo. Poi, ci sono dei compromessi. Si può praticare il barefooting in determinati luogo o occasioni. Non si deve rimanere sempre scalzi. Dipende dalla motivazione e dal contesto della propria vita. Ma non lasciatevi limitare dalle critiche, quelle ci saranno sempre e comunque.
Ci sono delle calzature apposite che simulano il barefooting?
Buone marche sono Earthrunners, Vivo barefoot e FiveFingers. Ma appena potete andate scalzi! L’unico consiglio che do è questo: prima di passare ad una scarpa minimal, come quelle citate, fate un passaggio da scalzi in casa o fate esercizi per la muscolatura del piede. Una scarpa minimal è ragionevole se abbiamo già [ri]-acquisito i giusti meccanismi motori.
Ultime note?
Il barefooting e l’earthing sono solo due variabili nel quadro della salute. Se tutto il resto fosse perfetto non avremmo bisogno di nemmeno di parlarne. Ma poiché nella nostra società tutto è sbagliato (cibo, luce, onde elettromagnetiche, ecc.) barefooting ed earthing diventano delle leve importanti per migliorare la propria situazione.
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Disclaimer: Nè io nè Alessio siamo dottori, le informazioni qui fornite sono pubblicate con uno scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione). Prima di far uso di qualsiasi sostanza o intraprendere regimi alimentari chiedete il parere di un medico con la mente aperta. Non ci riteniamo responsabili dei risultati o le conseguenze di un qualsiasi utilizzo o tentativo di utilizzo di una qualsiasi delle informazioni pubblicate. Nulla su Avocado tree può essere interpretato come un tentativo di offrire un’opinione medica o in altro modo coinvolta nella pratica della medicina.